LIBRERIA NERO SU BIANCO: Scheda prodotto
COMUNITA' CHE VIENE (LA)
di AGAMBEN GIORGIO
Stato Editoriale
In commercio
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- Titolo: COMUNITA' CHE VIENE (LA)
- Autore: AGAMBEN GIORGIO
- Illustratore: 0
- Editore: BOLLATI BORINGHIERI
- Collana: TEMI
- Anno: 2001
- ISBN: 9788833913292
- Pagine: 93
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 170 FILOSOFIA E DISCIPLINE CONNESSE
Classificazione CEE
- JFM PROBLEMI E CONTROVERSIE ETICHE
"L'essere che viene: né individuale né universale, ma qualunque. Singolare, ma senza identità. Definito, ma solo nello spazio vuoto dell'esempio. E, tuttavia, non generico né indifferente". Così veniva presentata nel 1990 la prima edizione di questo libro. Nella "Postilla 2001" aggiunta a questa edizione, l'autore non può che constatare che ciò che all'inizio era solo un'ipotesi - l'assenza d'opera, la singolarità qualunque, il "bloom" - è diventato realtà.
«L’essere che viene: né individuale né universale, ma qualunque. Singolare, ma senza identità. Definito, ma solo nello spazio vuoto dell’esempio. E, tuttavia, non generico né indifferente: al contrario, tale che comunque importa, oggetto proprio dell’amore». Così veniva presentata nel 1990 la prima edizione (Einaudi) di questo libro, che ben si può considerare anticipatore, di Giorgio Agamben. Anticipatore, in particolare, di quella uscita da una politica sempre più astratta e indifferente (alle persone e per le persone) che si riassume nella volontà sempre più diffusa e praticata di «fare comunità senza più presupposti né condizioni di appartenenza». Nella Postilla 2001 aggiunta a questa edizione, l’autore non può che constatare che ciò che all’inizio era solo un’ipotesi – l’assenza d’opera, la singolarità qualunque, il bloom – è diventato realtà. Diretto a questo non-soggetto, a questa «vita senza forma», il libro non ha perso nulla della sua inattualità. Giorgio Agamben, professore di Estetica all’Università di Verona, ha pubblicato per i nostri tipi: Mezzi senza fine. Note sulla politica (1996), Quel che resta di Auschwitz. L’archivio e il testimone (1998) e Il tempo che resta. Un commento alla «Lettera ai Romani» (2000).